Funeral MAS. Allegra omelia per un’epoca in chiusura

We’ve always taken as a guiding principle of this show that drama isn’t in the event; it’s in the aftermath of the event.

M. & R. King

Domani chiude Mas[1].

Dopo anni d’incredulità, e di sagace bancarotta travestita da pubblicità ingannevole, domani la merce evapora, la cassa chiude, i cassieri tornano nel Cretacico (superiore).
E forse stavolta è proprio vero, dal momento che già dal 10 agosto ne han preso possesso Gli Artisti. (Nello specifico il simpatico collettivo Artisti Innocenti, che celebra la grandeur di queste merci d’altri tempi inondando le vetrine di simpatiche opere flaneuristiche, qui riassunte in foto molto modeste scattate durante l’immancabile vernissage).

Domani muore MAS. Lasciando un figlio d’arte nella bucolica Via delle Vigne Nuove (ma le superfan alla cassa commentano: “Seee, vabbé, ma mica è la stessa cosa”).

E poi cosa succede? Finirà finalmente la Storia? Torneranno le mezze stagioni? Passerà il 19? Ci vestiremo bene?
Ma soprattutto, dove compreremo mai gilet da cacciatori suburbani, pantaloncini Miami beach, giarrettiere acetate e cravatte di ciniglia abbinabili mai, vestaglie per bambini nati vecchi e porta-banane per sempregiovani?
Dove assumeremo costumi sauvage et vintage al prezzo fisso di un euro al pezzo?
In attesa di uno stravolgimento epico qualsiasi, noi intanto abbiamo comprato quante più esequie potevamo, made in Moskva 1980 o ORIGINAL USA, ma sempre ROBBA COATTA, ça va sans dire.

Come affermò anzitempo il piccolo Obama, “chi non ha ancora visitato questi grandi magazzini potrà bullarsi di conoscere questo o quel posto, ma non potrà mai dire di conoscere veramente Roma”.
Affrettatevi dunque nell’ultimo, autentico, acrilico addio.

[1] Magazzini allo Statuto, ex Castelnuovo: storico palazzo-negozio novecentesco, ampiamente omaggiato da ben due documentari, videoclip e quant’altro.